La Yamaha TZ 750 del 1974 ex Giacomo Agostini al Motor Valley Fest
Il Motor Valley Fest vede rappresentato l’Automotoclub Storico Italiano grazie all’esposizione di auto storiche selezionate dal Circolo della Biella di Modena. Il Cortile d’Onore di Palazzo Ducale, sede dell’Accademia Militare, ospita il Villaggio Motor Valley dov’è possibile ammirare la mostra composta dalle “racing” Jaguar E-Type del 1964, Tecno Formula 850 del 1970 e Maserati MC8 Gransport Laboratorio del 2006; le “istituzionali” Lancia Aurelia B20 del 1955 e Ferrari 250 GTE del 1963; le “conviviali” Fiat 500 C Giardiniera del 1951 e Porsche 964 Carrera 4 Spider del 1990.
SEZIONE “RACING”
Tecno Formula 850 – 1970
Monoposto propedeutica costruita dai Fratelli Pederzani di Bologna con la specifica di utilizzo del motore Fiat 850 Coupè. Vettura appartenuta al pilota modenese Gigi Fontanesi.
Jaguar E Type Coupe (1961-1965)
Modello rivoluzionario per tecnologia ed estetica plurivittorioasa in molte gare di autostoriche.
Maserati MC8 Gransport “Laboratorio” – 2006
Autovettura unica, vincitrice della 24 Ore di Spa 2005 e della Coppa Costruttori nel Campionato FIA GT 2005 guidata dai piloti Andrea Bertolini, Michael Bartels, Eric Van de Poele e il gentleman driver Gianni Giudici.
SEZIONE “ISTITUZIONALE”
Ferrari 250 GTE (1952 – 1964)
Modello 12 cilindri tra i più apprezzati fra le prime Ferrari prodotte in serie.
Lancia Aurelia B20 IV serie (1954 – 1955)
Una delle auto più iconiche di Lancia definita in questa serie “balestrata” perché dotata per prima del ponte posteriore De Dion.
SEZIONE “CONVIVIALE”
Fiat 500 C Giardiniera “legno” – 1951
Rara versione antesignana delle attuali station wagon con la particolarità di avere esclusive finiture esterne in legno.
Porsche 964 Carrera 4 Spider – 1990
Definita più comunemente come “Carrera 4” è la prima Porsche con trazione integrale permanente controllata elettronicamente.
L’Automotoclub Storico Italiano è presente al Motor Valley Fest con la sua manifestazione di punta “ASI MotoShow”, che da vent’anni porta la storia della moto in pista all’Autodromo di Varano de’ Melegari, anch’esso simbolo della Motor Valley. Testimonial d’eccezione dell’evento ASI è la Yamaha TZ 750 del 1974, moto ex ufficiale del reparto corse usata da Giacomo Agostini, che con lei vinse le 200 Miglia di Daytona e di Imola nella stagione del suo debutto con i colori del costruttore giapponese. Sarà esposta nel Villaggio Motor Valley allestito nel Cortile d’Onore di Palazzo Ducale, sede dell’Accademia Militare.
La Yamaha TZ 750 venne prodotta per la neonata formula 750 che per alcuni anni rappresentò la classe di maggior cilindrata nel motomondiale. Si dimostrò subito vincente e ottenne tutti i titoli per cui concorse, partecipando anche alla 200 Miglia di Daytona.
Nel 1974, dopo una prima vittoria di John Boote nel campionato neozelandese in gennaio, il debutto internazionale avvenne alla 200 Miglia di Daytona, con la prima versione “TZ 750A” affidata a Giacomo Agostini: il neo acquisto Yamaha vinse davanti a Kenny Roberts, bissando la vittoria (sempre davanti a Roberts) alla successiva 200 Miglia di Imola.
Le prime 266 Yamaha TZ prodotte erano di cilindrata 694, ma vennero presto portate a 750 grazie a un kit di conversione; dal 1975 vennero invece prodotte direttamente con motori da 750 cc. Nel 1975 ne vennero prodotte altre 111 (TZ 750B) e 40 l’anno successivo (TZ 750C).
Abrogata la Formula 750 a fine 1979, la carriera delle TZ 750 proseguì in gare non iridate: Patrick Pons, Dale Singleton e Graeme Crosby vinsero a Daytona nel 1980, 1981 e 1982 (nelle ultime due annate in una versione con restrizioni ai carburatori, come previsto dal regolamento AMA). L’ultima vittoria della 750 fu nel 1984, nella gara di Surfers Paradise delle Swann Series, in Australia.
La TZ 750 non fu impiegata solo nella Formula 750, ma anche in altre categorie. Nell’Endurance, su idea della Sonauto (importatore francese Yamaha), le TZ 750 scesero in pista al Bol d’Or dal 1978 al 1980. Il motore era il 4 cilindri standard (con il rapporto di compressione ridotto); le altre modifiche alla moto comprendevano forcella e forcellone adattati per usare ruote a sgancio rapido, pinze freni Brembo, impianto elettrico a perdita e pedivella per il kick-starter fissata sulla campana della frizione. Il miglior piazzamento della 750 così adattata fu il secondo posto dell’equipaggio Patrick Pons-Sadao Asami nel 1979.
Nel 1975, le XS 650 (maggiorate a 750 cc) furono impegnate nel Flat-Track ma non riuscirono a competere sulla distanza del miglio contro le Harley-Davidson ufficiali; per rimediare, un telaista californiano modificò la XS per farvi entrare il 4 cilindri della TZ 750. Così modificata, la moto esordì ad Ascot, dove si dimostrò velocissima ma difficile da controllare sul dritto. Alla gara seguente (Indianapolis) fu affidata anche a Kenny Roberts, il quale vinse nonostante i problemi di guidabilità e all’esagerato consumo delle gomme. Roberts portò in gara la TZ anche a Syracuse e a San José, con scarsi risultati. L’esperimento terminerà a fine ‘75, quando l’AMA vietò l’uso di motori con più di due cilindri.
No comment yet, add your voice below!